lunedì 8 luglio 2013

total recall




Total recall è il  remake di uno dei film che ho visto e rivisto negli anni 90 tratto da un racconto di Philip Dick. La prima versione aveva la regia del grande Paul Verhoeven e il protagonista era un magistrale Arnold Schwarzenegger.
La prima versione anche se datata rimane più interessante, sia perché è stata realizzata 23 anni fa, sia per l'originalità della trama.
Mi è piaciuto anche Colin Farrel con la sua faccia da teppista irlandese, ruvido ed essenziale,  stupito quanto lo spettatore nello scoprire che si sono divertiti a giocare con il suo cervello e soprattutto con i suoi ricordi.
La versione 2012 è ricca di effetti speciali, adrenalinica e senza soste ti prende per mano conducendoti fino a una conclusione che non indulge a retorica o buoni sentimenti.
La chiave di analisi di questo film come del precedente è il nostro cervello, il tentativo dell'uomo di condizionarlo, la nostra difficoltà ad adattarci alla realtà e gli stati di alterazione cognitiva che possono coglierci nel corso della vita.
Non so se Dick abbia tratto ispirazione dalle sue esperienze psicotrope, ma non mi stupirei.
Sono anche convinto che la nostra mente non abbia necessariamente bisogno di sostanze stupefacenti per ritrovarsi in conflitto con sé stessa. Molti miei coetanei, io compreso, arrancano dietro alle nuove tecnologie, facendo confusione fra realtà e finzione.
La comunicazione, i rapporti interpersonali, il concetto stesso di realtà adesso corre su binari diversi rispetto a  pochi anni fa, e se i giovani, cresciuti con facebook, twitter e i telefoni smartphone,  vivono nel loro pianeta in armonia con i nuovi codici di comunicazione, a me spesso capita di avere veri e propri problemi interpretativi della realtà, confondendo le regole, non riconoscendo le false tracce.
Mi dispiace essere sempre più simile a un dinosauro in via d'estinzione?
Non lo so. Rimango però affascinato dalla capacità immaginativa di certa fantascienza, sempre più simile alla nuova realtà, quella dei diversi piani di coscienza, un po'come nel film di Len Wiseman

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