martedì 30 aprile 2013

in treatment quinta puntata



Torno una seconda volta a parlare di In treatment perché la quinta puntata è penetrata a fondo nelle mie difese e ha fatto male quanto basta per avere voglia di parlarne.
Questa serie è intensa. Sono rimasto affascinato soprattutto dalla figura del protagonista, il terapeuta, un  Castellitto quasi da oscar, circondato da bravissimi professionisti.

Perché se è vero che è facile intrattenere in spazi aperti, con conflitti a fuoco e omicidi da svelare, molto più difficile diventa creare emozioni nello studio di un analista dove ci sei tu che guardi due o al massimo tre attori in scena.

Castellitto lo sento tanto più vicino quanto misuro gli anni del protagonista con i miei.
E mi rendo conto di come a un certo punto della vita non ci sono soddisfazioni, o denari  che funzionino quando devi fare i conti con l'età che avanza, le conseguenti crisi esistenziali e i crolli più o meno psicofisici.

La magia di questo dramma in un interno è tutta lì, nel fallimento esistenziale del protagonista che come lavoro deve occuparsi dei problemi degli altri.  E' bravissimo il personaggio di Dario, elemento totalmente alieno alla sfera dell'analista  che entra dentro le sue difese, le spezza, va oltre la cortina difensiva dietro la quale l'analista credeva di nascondere al mondo la sua vera essenza esistenziale.

Ed è lì che crolliamo noi uomini soli in questo nuovo millennio inquinato, cerchiamo di nasconderci al mondo poi magari cadiamo comunque a causa delle nostre debolezze, che nel caso dell'analista hanno almeno le seducenti movenze della bellissima Kasia Smutniak.

Rimangono le macerie, rimane la consapevolezza di come possa essere indecoroso e difficile per alcuni uomini e  donne invecchiare e ammettere che bisogna interrompere le sciocchezze e non farsi sedurre dall'arroganza della giovinezza.

Bisognerebbe spiegarlo a certi politici italiani l'arte del buon gusto.

Questa serie rimane nel panorama televisivo di quest'anno sicuramente un esperimento interessante di bel teatro, complimenti a tutto il cast.

In questi dialoghi al vetriolo ho ritrovato alcuni dei miei obiettivi dello scrivere, dare vita a personaggi autentici, descriverne le miserie e descrivendo le loro  esorcizzare le mie, una bella terapia non trovate?

1 commento:

nadia ha detto...

Ho visto per caso una puntata a casa di mia figlia. Sicuramente ottimi attori ma..... per me la tv deve essere relax e divertimento. Quando incomincio a "immagonarmi" non mi diverto più. So che il mio atteggiamento è molto da struzzo, ma ho già tanti "casini" di mio che farmi peso anche di quelli degli altri mi deprime troppo. Castellitto è sicuramente un grande, su questo non ho alcun dubbio, ma i problemi nella serie sono veramente troppi!