martedì 30 aprile 2013

in treatment quinta puntata



Torno una seconda volta a parlare di In treatment perché la quinta puntata è penetrata a fondo nelle mie difese e ha fatto male quanto basta per avere voglia di parlarne.
Questa serie è intensa. Sono rimasto affascinato soprattutto dalla figura del protagonista, il terapeuta, un  Castellitto quasi da oscar, circondato da bravissimi professionisti.

Perché se è vero che è facile intrattenere in spazi aperti, con conflitti a fuoco e omicidi da svelare, molto più difficile diventa creare emozioni nello studio di un analista dove ci sei tu che guardi due o al massimo tre attori in scena.

Castellitto lo sento tanto più vicino quanto misuro gli anni del protagonista con i miei.
E mi rendo conto di come a un certo punto della vita non ci sono soddisfazioni, o denari  che funzionino quando devi fare i conti con l'età che avanza, le conseguenti crisi esistenziali e i crolli più o meno psicofisici.

La magia di questo dramma in un interno è tutta lì, nel fallimento esistenziale del protagonista che come lavoro deve occuparsi dei problemi degli altri.  E' bravissimo il personaggio di Dario, elemento totalmente alieno alla sfera dell'analista  che entra dentro le sue difese, le spezza, va oltre la cortina difensiva dietro la quale l'analista credeva di nascondere al mondo la sua vera essenza esistenziale.

Ed è lì che crolliamo noi uomini soli in questo nuovo millennio inquinato, cerchiamo di nasconderci al mondo poi magari cadiamo comunque a causa delle nostre debolezze, che nel caso dell'analista hanno almeno le seducenti movenze della bellissima Kasia Smutniak.

Rimangono le macerie, rimane la consapevolezza di come possa essere indecoroso e difficile per alcuni uomini e  donne invecchiare e ammettere che bisogna interrompere le sciocchezze e non farsi sedurre dall'arroganza della giovinezza.

Bisognerebbe spiegarlo a certi politici italiani l'arte del buon gusto.

Questa serie rimane nel panorama televisivo di quest'anno sicuramente un esperimento interessante di bel teatro, complimenti a tutto il cast.

In questi dialoghi al vetriolo ho ritrovato alcuni dei miei obiettivi dello scrivere, dare vita a personaggi autentici, descriverne le miserie e descrivendo le loro  esorcizzare le mie, una bella terapia non trovate?

venerdì 26 aprile 2013

lupi neri su Bologna ... la recensione di Riccardo Sedini




 Sono diventato scemo per copiarla e incollarla dal sito del grande Riccardo Sedini e ve la propongo come l'ha scritta con un piccolo errata corrige relativo al mio grado, sono solo un agente scelto e forse presto assistente della polizia locale, ma mi piace la promozione a ispettore nel campo della letteratura di genere. 
Quale genere? leggete e poi decidete.
Grazie mille intanto a Riccardo Sedini e lunga vita alla sua associazione 

e se volete leggere la recensione in originale cliccate quì

giovedì 25 aprile 2013

Piazza Fontana ... romanzo di una strage



Nel giorno della Liberazione ( si fa per dire) mi sembra interessante segnalare un film che non ho ancora visto ma che sicuramente vedrò lunedì prossimo su Sky.
Non ho letto il romanzo dal quale è stato liberamente tratto Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli, e so solo, perché l'ho letto nel sito indicato sopra che il film oltre ad avere ricevuto diversi riconoscimenti ha suscitato anche polemiche da parte di Sofri e anche dal figlio del commissario Calabresi.

E' un film, per me e quindi soprattutto fiction. Due degli attori protagonisti sono fra i miei attori preferiti del momento in Italia: Valerio Mastandrea che interpreta Calabresi e Pierfrancesco Favino che interpreta Pinelli.

Mastandrea lo ricordo quando andava da Costanzo(possibile?) e un tempo pensavo fosse un attore per caso, ma forse è proprio questa la sua forza, comunque a me piace assai.

Non so quanto il film sia corretto o coraggioso, penso mi piacerà, perché credo che certi avvenimenti siano rimasti impressi a fuoco nella nostra memoria, lasciando tracce indelebili e comunque soggettive, soprattutto perché in questa storia come in altre non si è mai fatta totale chiarezza, perché dietro alle stragi c'era lo Stato e in Italia per un lungo periodo Stato significava un buco nero dove tutto scompariva senza lasciare tracce.

Non dobbiamo dimenticare da dove veniamo e neanche dove stiamo andando e nel giorno delle consultazioni di Letta per il nuovo governo mi piace voltarmi indietro e pensare che un tempo ci siamo liberati, per poi cadere di nuovo preda delle nostre stesse contraddizioni.

Io la cantavo la canzone del Pinelli e pensavo a 17 anni che l'avessero davvero gettato dalla finestra, una cosa è certa, era innocente e quindi sicuramente vittima di un periodo nel quale gli anarchici erano perseguiti e perseguibili, in un Italia dai molti lati oscuri e nerissimi.

Per chi ha Sky in programmazione il 29/4 /13 sky cinema 1, ore 21


mercoledì 24 aprile 2013

Lupi neri alla Feltrinelli





Intanto completiamo l'annuncio per dare qualche coordinata precisa.

MARTEDI' 14 MAGGIO 2013 ORE 21 SARO' DI NUOVO ALLA FELTRINELLI DI VIA DEI MILLE 12/a,b,c. Bologna.

Questa direi che è la terza presentazione o la quarta chissà. La presentazione alla Feltrinelli  per me rappresenta la più grande suggestione, quella che per qualche minuto mi fa sentire davvero uno scrittore, e quindi alimentate tale splendida illusione partecipando all' evento che durerà la solita oretta dalle nove alle dieci di sera.
La presentazione si svolgerà in fondo a una libreria storica, un tempo si chiamava la Sveglia e i biassanot sapevano che lì potevano acquistare la prima copia del Carlino del nuovo giorno.

Oggi è una bellissima libreria e anche una edicola e per me è un onore fare la prima presentazione in una libreria Feltrinelli, inoltre è, fra le Feltrinelli,  la libreria più fruibile, perché di sera si può parcheggiare tranquillamente alle 21 in Via Dei MiIle senza rischiare di incorrere in divieti di accesso o altro e inoltre gratuitamente.

La libreria di Piazza di Porta Ravegnana è forse più famosa, ma secondo me, più scomoda per eventuali ospiti, proprio alla fine di Via Rizzoli, off limits 24 ore su 24 e nel pieno centro di Bologna.

Vi romperò le scatole da qui al 14 con una pausa di una settimana durante la quale farò la mia unica vacanza 2013 in quel di Londra e ci sarà da ridere con il mio inglese. ma devo festeggiare un compleanno molto speciale quindi si impone.

Vi ho detto tutto, e vi aspetto numerosi, il 14 maggio alle 21.
E' gratis.

lunedì 22 aprile 2013

Lucarelli ... noi scrittori nasciamo dal cinema



Nello stesso portale dove vagando ho ascoltato alcune riflessioni di Macchiavelli, ho avuto il piacere di incontrare un altro conterraneo, e anche se non credo riuscirò mai a entrare nel suo nucleo di giallisti bolognesi, ( in realtà non so nemmeno se esiste) devo ammettere che lo sento molto  vicino al mio  modo di concepire il romanzo di genere.

Lucarelli già lo seguo in televisione e credo che la sua attività diversificata in più ambiti gli abbia dato notorietà e nello stesso tempo tutti i problemi connessi all'iper esposizione mediatica, problemi che un piccolo scrittore come me non ha, diviso in precisi vasi, spesso comunicanti, fra il  lavoro in divisa e la passione di inventare storie.
I pochi minuti di video che Lucarelli dedica a descrivere da dove venga lo scrivere sono illuminanti e condivisibili. Io sicuramente nasco insieme alla televisione, ricordo vagamente che da piccolo dividevo il mio tempo fra la televisione in bianco e nero, che chiamavo topo gigio, e le prime letture che poi crescendo non mi hanno mai abbandonato.
La fortuna nostra è di essere cresciuti in un mondo di immagini in movimento e il cinema è un fantastico veicolatore di informazioni, emozioni, stimoli.
Il Marlowe, citato da Lucarelli , è sicuramente in tanto del mio scrivere, ma sbriciolato e riportato in vita attraverso minuscoli segni quasi impercettibili che caratterizzano i personaggi dei diversi romanzi.
La disperazione del vivere, la quieta disperazione dei personaggi di Chandler, ho sempre pensato rispecchiasse  la sua biografia alcolizzata e difficile in un'America sfumata e povera, e mi fa tenerezza pensare che morì di polmonite nell'anno in cui io nascevo.
Lui ha inventato un personaggio talmente fragile ed epico, nella sua eticità, da incarnare  l'archetipo del vero eroe moderno, che cerca di vivere seguendo una morale il più possibile giusta, ma tanto mutevole quanto soggettiva.
Ed è vera un'altra cosa che Lucarelli dice, ogni volta che pensiamo a un personaggio, come ad esempio Marlowe, non pensiamo solo all'invenzione letteraria, ma anche e soprattutto alla sovrapposizione cinematografica, da Bogart a Mitchum che per me rimangono i migliori interpreti del personaggio letterario.
Come secondo me il migliore Maigret fu sicuramente Gino Cervi, nonostante il grande Jean Gabin.

In conclusione, Lucarelli in pochi minuti mi ha fatto sentire uno scrittore, ponendo tutti gli scrittori di genere su un piano unico di condivisione di origini, radici, motivazioni, stile.
In fin dei conti siamo coetanei e per me lui rimane  da una parte un creativo che ce l'ha fatta e dall'altra un possibile modello al quale ispirararmi. Unico neo, nei suoi romanzi noi della municipale o facciamo una brutta fine o siamo descritti come macchiette, chissà che non riesca a fargli cambiare idea.

sabato 20 aprile 2013

PD fine corsa



Mi devo essere distratto e lo dico senza ironia. Ho saltato dei passaggi. Dal periodo felice e remoto nel quale ciclostilavo volantini in via Barberia a oggi ne è passata di acqua sotti i ponti. Allora c'era il partito comunista italiano e la democrazia cristiana, due universi culturali paralleli e difficillmente conciliabili, due grandi partiti popolari due diverse visioni della vita e del modo di concepire una società condivisa.
Cosa è accaduto? Caduta del muro, fine della vecchia idea di comunismo, abbattimento delle differenze politiche sostanziali, Berlusconi con la sua invenzione politica, la Lega Nord con le sue idee di separatismo da fumetto.

Ho sempre attribuito la nascita del PD con le precedenti denominazioni incluse, un naturale processo di trasformazione politico sociale.
Le cose cambiano, e credevo, in buona fede, che nel 2013 potessero convivere ex democristiani ed ex comunisti nell'interesse del paese.

Mi sbagliavo.

Il m5s ha un ruolo fondamentale nello svelamento della realtà, ed è troppo facile e semplicistico dare tutte le responsabilità a Bersani. Il PD appare ai miei occhi ora, come un'invenzione, una costruzione fittizia tenuta insieme ad arte in questi anni per farci credere che esisteva un grande movimento progressista di centro sinistra a contrapporsi ad una destra imprenditoriale  legata a logiche individualistiche.

La Bindi si dimette, Prodi si indigna e chiede che i responsabili del suo flop siano inchiodati alle loro responsabilità, Renzi ormai è completamene scollato dal contesto e Bersani annuncia le sue dimissioni appena conclusa la parentesi presidenziale.

Un PD che non esiste più? No,  è più grave secondo me.
Il PD non è mai esistito e il m5s, che per me è soprattutto un problema, ha per ora solo il grande merito di avere fatto esplodere le contraddizioni, peccato che non ci sia né tempo, né modo per preoccuparci del naufragio politico, adesso bisogna evitare il peggio, adesso so per chi non votare alle prossime elezioni.

venerdì 19 aprile 2013

Polizia Locale e social network






"Un agente della municipale di Bologna ha pubblicato una foto su una 'visita' a un campo rom accompagnandola con la frase: scoppia la polemica"

Prendo la frase direttamente dal Carlino online proprio per non rischiare di fare la parafrasi dell’articolo. Leggo anche il volantino delle USB, sull’'argomento, quello intitolato RAZZISTI E SCIACALLI.

Ma andiamo con ordine e per fare questo devo premettere, come scrivevo pochi giorni fa nel mio blog, che non mi piace Facebook anche se lo uso e cerco soprattutto di non farmi usare dallo strumento, perché come tutti i social network non nasce per altruismo, ma come sappiamo è un grande business per chi ne può utilizzare i dati, e questo è un fatto che non bisogna mai dimenticare quando si decide di iscriversi e utilizzare un mezzo di socializzazione. 

Detto ciò, è chiaro che nel momento in cui uno di noi decide di utilizzare il mezzo deve fare doppia attenzione, nel mostrare immagini, nel prendere posizione e anche a quanto pare quando decide di cliccare semplicemente un mi piace.

E'’ ridicolo lo so, ma ci tocca, perché indossare una divisa significa prendersi responsabilità, e noi lo sappiamo, lo sappiamo bene. L'’opinione pubblica è sempre pronta a crocifiggerci, perché noi siamo considerati gli esattori dei Comuni, i cani da guardia delle amministrazioni locali.
Se adesso però osservo l'’episodio in tutta la sua consistenza trovo poco o niente, frasi spezzate, sicuramente non brillanti, ma neppure così scandalose e irriverenti, mostrano un lato del nostro lavoro, sottolineano il disagio di operatori sempre in prima linea, sempre nei luoghi più degradati, perché noi siamo coloro che tali luoghi li conoscono meglio, siamo esperti del territorio e delle sue problematicità.
Questa è l'’unica informazione che è stata trascurata da tutti gli attori in campo.


I media hanno dato voce a un quotidiano on line autogestito Zic che in maniera retorica e semplicistica scava per cercare il marcio anche dove non c’è, per sparare, metaforicamente parlando, su qualsiasi divisa si muova, sport nazionale ormai, perché criminalizzarci sia che indossiamo la divisa degli agenti della polizia locale o un'’altra forza dell’'ordine, non importa, basta attaccare.

I colleghi dell’'USB invece, nel loro volantino, parlano di compiti tradizionali del nostro Corpo, disattesi, perché costretti a impegnarsi nel controllo e repressione del disagio e delle categorie denominate nomadi (impropriamente) o dei senza tetto genericamente.

Entrambi gli interventi, sia quello autogestito dal sito politicizzato, amplificato dai media, sia quello del sindacato di base saltano a piè pari un aspetto invece determinante, e cioè il ruolo sempre più importante del nostro corpo nel tessuto sociale della città.
Non è questione di amministrazioni di sinistra o di destra, ma è un problema sociale.
Nel tempo il lavoro è cambiato, e i compiti tradizionali si sono trasformati. Oggi non ci occupiamo solamente di viabilità e traffico, abbiamo dovuto imparare, nostro malgrado, a gestire il degrado, la microcriminalità, e la gestione dei rapporti con le cosiddette categorie sociali menzionate nel volantino dell'’USB. Noi siamo coloro che la città la conoscono meglio, perché qui ci siamo formati, siamo diventati un punto di riferimento per la collettività, se ci occupassimo d’'altro, come dicono i colleghi dell’'USB, sicuramente in città si creerebbe un vuoto operativo difficile da colmare.
Su un punto però sono d’accordo con i colleghi, sulla condanna della facilità con cui i mass media ci utilizzano sempre come facili bersagli, in un mondo dove la realtà non è più rilevante, ma serve solo come spunto per creare notizie diffamatorie che servono per vendere giornali, o per veicolare un'’opinione pubblica assuefatta alla maldicenza e alla denigrazione.

Due considerazioni finali.


Noi come SULPM non ci stancheremo mai di difendere i colleghi, fino alla fine e fino a prova certa di colpevolezza, perché questo deve essere il mandato di un Sindacato dei lavoratori: difendere l' uomo o la donna che indossa la divisa, con lucidità e coraggio.

Ultima considerazione, in realtà una raccomandazione: Facebook se proprio volete utilizzarlo fatelo misurando le parole, controllando i pensieri, proprio come fate nella vostra vita di relazione, quella vera, quella di tutti i giorni, perché una fotografia, un’'affermazione, anche un solo clic sbagliato, rimarrà in rete nei secoli dei secoli a vostra futura sventura.
per la Segreteria SULPL di Bologna,
Massimo Fagnoni

mercoledì 17 aprile 2013

e vagando in rete incontro Loriano Macchiavelli




Loriano Macchiavelli, scrittore bolognese, lo conoscete? Alcuni lo associano al suo personaggio più conosciuto il poliziotto Sarti Antonio, con questa disposizione di cognome e nome voluta e spesso citata dallo stesso autore. Adesso vi confesserò una cosa terribile, non ho letto nessuno dei romanzi di Macchiavelli dedicati al famoso brigadiere (credo), ogni tanto in libreria ho sfogliato curioso le prime pagine non trovando nulla di attraente in quello scrivere, e questo prima di iniziare l'avventura della scrittura.
Ho letto invece tutti i romanzi che Macchiavelli ha scritto con un altro famoso emiliano Francesco Guccini: Macaroni, Un disco dei Platters, Questo sangue che impasta la terra, Lo spirito e altri briganti. Mi sono piaciuti tutti.
Il mio rapporto con questo scrittore conosciuto,  apprezzato e premiato, si ferma qui, non l'ho mai incontrato né ascoltato, poi vagando in rete, mi sono imbattuto in un suo piccolo intervento nel portale di Letteratura italiana Rai che vi linko qui.
E' simpatica la sua piccola apparizione durante la quale spiega perché ha cercato di fare morire il suo personaggio più riuscito impersonato poi dall'attore Cavina in televisione.
Macchiavelli parla della grettezza dello scrittore che arriva a detestare il suo personaggio quando diventa più famoso di lui.
Forse è un problema che Camilleri potrà capire ma per me rimane oscuro, io preferisco che i lettori mi riconoscano nel  maresciallo Greco,  non mi interessa che la gente mi cerchi per ciò che sono al di fuori della scrittura,  preferisco  mi chiedano dei personaggi, che sono vivi, liberi, disperati, allegri, moribondi o morituri, e sono ciò che ho di più vitale, perché  credo fermamente che nello scrivere ci sia la realizzazione più alta dei pensieri, della fantasia, della creatività.

Altro punto che non condivido con il maestro: lui dissente da un opinione di un personaggio  che attribuisce istinti omicidi agli scrittori di gialli, lui è sicuro del contrario,  odia la violenza, non sa adoperare le armi e crede sia necessario ridicolizzare il cattivo, l'assassino dei romanzi, ricordando ogni tanto al lettore che sta leggendo un romanzo, quasi per non spaventarlo troppo.

Io penso l'opposto, cerco il realismo anche nelle situazioni più assurde,  è la realtà che entra prepotente nel nostro quotidiano,  da quella attingo a piene mani, cercando di portare il lettore dentro le situazioni, dentro i personaggi, accompagnandolo nei  drammi, nelle miserie, poi alla fine quando chiudo il romanzo è finita,  come un film, se ti ha emozionato ho realizzato il mio obiettivo, altrimenti ho fallito, se volessi ridicolizzare un assassino scriverei libri comici e lasciamo stare gli istinti omicidi, sicuramente descrivere comportamenti criminali per me è stato terapeutico.

Come siamo distanti io e il maestro, distanze generazionali, anagrafiche, culturali.
Lui è uno scrittore a tutto tondo, ha vinto tanti premi e probabilmente ci vive dei suoi libri, però di un' ultima cosa sono sicuro : lui afferma che scrivere è facile e potrebbero farlo tutti.

Per me scrivere è fatica, impegno, sofferenza, sudore e ancora fatica, lo facciamo già in tanti con scarsi risultati, non è facile per niente e non tutti possono farlo, ma forse, se fossi Loriano Macchiavelli potrei raccontarlo anch'io tanto chi potrebbe contraddirmi? Giusto un qualsiasi Massimo Fagnoni

domenica 14 aprile 2013

Lupi Neri su Bologna ... booktrailer





Grazie come al solito all'amico e collaboratore Pier Averara che da anni mi supporta nel blog e in rete dove spesso mi perderei.
Con pochi file riesce a montare un book-trailer incisivo che entra in pochi secondi in circolo e ti spiega il romanzo senza svelarlo, essenziale e veloce come la comunicazione deve essere nei nostri giorni convulsi.
Il book-trailer era già ieri sera nella mia pagina Facebook e oggi sul blog dal mio canale Youtube per chi Facebook non ce l'ha, beati loro.
E qualcuno potrebbe dirmi perché invece io sono iscritto a Facebook, ma la risposta è scontata, Facebook è uno dei modi nel quale posso raggiungere un vasto numero di contatti velocemente e noi scrittori non sponsorizzati abbiamo solo Facebook, Twitter e i blog.
Spero di diventare un giorno abbastanza conosciuto da potermi permettere di non utilizzare più Facebook, lo dico serenamente, non mi piace, non mi piace l'utilizzo che molti ne fanno, la sua intrinseca pericolosità mediatica, la superficialità con la quale alcuni lo usano mettendo in piazza dati e immagini, specialmente i minori, assuefacendosi all'utilizzo di uno strumento di controllo delle informazioni senza pensare alle conseguenze.
Se un giorno non mi vedrete più in Facebook vorrà dire che  avrò smesso di scrivere o non ne avrò più bisogno.
Detto ciò vi lascio il video di presentazione di Lupi neri su Bologna che vi attende nelle librerie bolognesi e in rete.
Mi hanno chiesto di un  eventuale ebook.
Ci stanno lavorando, se dovesse accadere ve lo comunicherò prontamente, su questi schermi.

sabato 13 aprile 2013

i candidati del movimento 5 stelle




Ve lo immaginate Grillo presidente di tutti noi? Io mi sa che cambierei paese e in fretta, me lo immagino come un novello Zeus con tanto di strali micidiali su chi non si comporta a sua immagine e somiglianza. Però i suoi follower hanno votato anche per lui e poi giù una bella lista tanto scontata quanto retorica, personaggi integerrimi, sopra ogni sospetto, buoni, manca giusto Saviano, perché era troppo giovane per essere candidato.
Ma un presidente come Obama in Italia ci sarà? Uno bello, tosto, con le spalle larghe e robuste, coraggio e determinazione.
I 50 mila votanti ce l'hanno messa tutta, si sono concentrati molto ma io non vorrei nessuno di quei signori alla presidenza, non che pensi male di loro, ma non rappresentano nulla di nuovo, nulla di risolutivo, nulla di veamente utile.
Neanche il voto dei grillini sembra interessante, è molto in sintonia con sondaggi e opinioni e poi questa novità dell'utilizzo della rete, hacker a parte, è una cosa che noi non siamo ancora in grado di fare. Il sondaggio è stato affidato  alla società privata del guru a 5 stelle, così ho sentito, il tutto diventa affidabile come i sondaggi di sky, non meritano neppure uno sbadiglio, e a malapena un post annoiato nel mio blog preferito.

lunedì 8 aprile 2013

Renzi ad amici



Chissà se sono stato tanto giovane anch'io, giovane come quel ragazzo toscano che vedete in fotografia?
Può darsi, ma forse ero diverso, avevo altre priorità, lui ha 38 anni, tre figli e fa il sindaco a Firenze, sta dicendo in giro che o si torna a votare o si fa un governissimo, ma magari ho sentito male, ma non ci sarebbe niente di male per un ex democristiano, perché non dimentichiamolo lui viene dal Partito Popolare italiano o no?
Adesso morde il freno, si capisce che non gli va giù di avere perso le primarie mentre molti dicono che se vinceva lui adesso il PD governerebbe.
La politica non è poi tanto difficile da interpretare ormai, è solo melmosa e per questo motivo ci si perde per strada come nel labirinto di shining rischiando di rimanerci secchi e magari congelati.

E Renzi doveva andare dalla De Filippi, perché? Ma ascoltatelo voi, che io non c'ho voglia, io mi fido, mi è bastato un secondo di Blob, dove ad una folla plaudente tanto festosa quanto inconsistente, lui ha detto che i politici non devono togliere i sogni ai giovani italiani.
Ma di che sogni stiamo cianciando?
Qui c'è gente che non dorme la notte cercando di capire come pagare le proprie personali gabelle, oggi hanno assaltato due furgoni blindati sull'autostrada con i kalashnikov e quelli che l'hanno fatto non sognano, fanno sul serio e andrà sempre peggio.
Renzi è andato in tv per realizzare il suo sogno, personale, unico, inequivocabile, è andato a casa di Silvio, ancora una volta a chiedere credito, ma mi sa che farà fatica anche lui a realizzare i suoi sogni, perché qui o si esce insieme dalla palude o si sprofonda tutti quanti.

domenica 7 aprile 2013

walking dead terza stagione ...fine



Fine terza stagione di Walking dead  e non stanca, non delude, riesce a mantenere la giusta concentrazione di suspense e  pathos, un po' come una vita non noiosa.  Non c'è tempo per rilassarsi o per sperare, la speranza è legata al raggiungimento dell'ora successiva e i nemici non sono necessariamente gli azzannatori, così definiti dagli uomini del governatore, personaggio dominante nella terza serie.
I nemici in realtà, quelli definitivi, sono umani, in un mondo disumanizzato i pochi superstiti si scannano per il predominio di un territorio, di uno stile di vita, del potere.
Efficace metafora dei tempi, non trovate?
I personaggi principali, i buoni, hanno perso i requisiti di base della classica bontà, soprattutto l'imperativo cristiano del porgere l'altra guancia, e riescono comunque a esprimere umanità, ad amarsi, a proteggersi, come superstiti su una zattera che sta affondando.

A chi piace il genere e non si spaventa per le scene più splatter continuo a consigliare le peripezie di questo allegro gruppo di eroi, su sky, come al solito.

sabato 6 aprile 2013

la raccolta differenziata






Cosa sono i gesti quotidiani? Quelli che tutti facciamo, più o meno, e sto parlando di quelli che vivono in condomini, o in ville, poco importa,  gesti che diamo per scontati e che occupano una parte residuale nelle nostre occupazioni, relativa.
Uno di questi gesti è buttare la spazzatura o il rusco come dicono dalle mie parti.
In casa mia io sono l'addetto, esco nelle sere ventose, piovose o nevose e butto i rifiuti negli appositi cassonetti,  in ogni nucleo c'è sempre un addetto immagino,  uno che lo fa per abitudine o divisione dei compiti. Compito lieve, che occupa una manciata di minuti,  costa denaro, e viene pagato dai cittadini con apposita tassa comunale.

Due considerazioni la tassa cambia nome,  La nuova tassa si chiama Tares e va a sostituire la Tarsu sui rifiuti e assorbirà la Tassa di igiene ambientale e altri servizi comunali.

 

Tares, la nuova tassa comunale sui rifiuti e i servizi introdotta dalla Legge di Stabilità lo scorso anno. A margine della discussione sul rimborso dei debiti delle amministrazioni locali nei confronti delle imprese, l’associazione dei Comuni (Anci) ha annunciato il via definitivo della nuova tassa a partire dal mese di maggio 2013. Si tratta dell’ennesimo cambio di data da quando è stata annunciata la Tares che, ricordiamo, doveva partire già da gennaio prima di essere spostata a luglio. Ora maggio sembra l’ipotesi più realistica, e c’è un’altra novità: la maggiorazione di 30 centesimi a metro quadro verrà applicata solo da dicembre, somma che andrà tutta direttamente allo Stato.


Cosa significa in concreto ce lo spiega una nota della UIL: la Tares, dovendo finanziare anche il costo dei servizi indivisibili forniti dal Comune, necessiterà di un indispensabile extra sulla spesa, rimborsato ovviamente dai cittadini con la sovratassa di 30 centesimi al metro quadro (o 40, come detto). Queste due aggiunte da applicare alle attuali tariffe Tarsu peseranno mediamente 53 più 27 euro, per un totale appunto di 80 euro di ulteriore spesa. Per l’Imu sulla prima casa, la famiglia media ha pagato 275 euro, mentre di Tares ne verserà 305, quando invece la Tarsu si fermava a 225 euro. Ovvero il 37,5 per cento di spesa in più, 80 euro.

Morale pagheremo di più per i motivi sopra citati, e questa è la prima nota fastidiosa ma comprensibile.

Poi arriva la seconda novità che coinvolge il mio piccolo comune e molti altri comuni piccoli o grandi della penisola: da maggio 2013 noi inizieremo la raccolta differenziata:
Questo significa che dovremo (dovrò) dividere l'umido, dalla carta, dal vetro, dall'indifferenziato, dalla plastica il tutto usando appositi sacchetti  e utilizzando appositi contenitori condominaili, nei giorni prescritti negli orari prescritti, interagendo per forza con altri condomini nella suddivisione del compito, che da individuale diventa collettivo.

Perché di compito si parla. C'è stata un'assemblea comunale molto partecipata, che io ho volutamente ignorato, un addetto mi ha spiegato a casa mia dove e quando dovevo  ritirare il kit rifiuti e da maggio si comincia questo nuovo delirio ecologista, ambientalista.

Mi piace tutto ciò? No, non mi piace, non mi diverte, non mi interessa, io ero già in grado di differenziare e perdevo poco tempo a smaltire senza dovere per forza farlo insieme ad altri in giorni e orari non scelti da me.

Vivo in un piccolo appartamento privo di terrazze o giardino e dovrò inventare uno spazio per tutti i diversi sacchetti e contenitori  e  dovrò pagare una tassa più salata del passato per un lavoro che farò soprattutto io e in più  è Hera che gestisce il tutto, la stessa azienda che mi spedisce fatture da 400 euro alla volta per l'erogazione del gas.

Cosa c'è di bello in tutta questa vicenda?

Nulla, solo una perdita di tempo per una differenziazione imposta e complicata.
Certo c'è gente che la spazzatura non la vede nemmeno, di quella cosa se ne occupa solitamente la servitù e allora sì' che diventa bello essere ecologisti, ma diciamoci la verità in questo momento mi sento poco, civico, poco ambientalista e molto esasperato, quasi quasi qualche pomodoro maturo lo tengo da parte, non lo infilo nel sacco dell'umido, chissà che non venga buono in altre piazze, magari da lanciare.


venerdì 5 aprile 2013

Lo specchio delle sue brame alla libreria Gulliver ... Fossolo 2 Bologna



La locandina è bella chiara e mi piace assai, chissà che un giorno non faccia anch'io una presentazione alla Gulliver.
Che dire? Vi aspetto insieme agli autori, replica della mia esperienza di relatore e intervistatore, mi piace anche se mi sa che nei prossimi mesi non avrò tanto tempo per farlo, vedremo.
Ci vediamo sabato 13 aprile ore 16,30 alla libreria Gulliver così controllo se hanno il mio ultimo romanzo. :-)

mercoledì 3 aprile 2013

Lupi neri in libreria



Oggi mi ha telefonato Roberto Mugavero per dirmi che il libro era nato.
Un po' come un figlio, la mia quinta creatura, diversa dalle precedenti, e per questo forse ancora più amata, perché ogni romanzo è un pezzettino di noi che noi spediamo in giro nella speranza, che venga comprato, regalato, preso in prestito, e non posso dire rubato ne fotocopiato perché sarebbe reato e rimango sempre un tutore dell'ordine e della legalità.

Stiamo ragionando su dove cominciare con le presentazioni, non esiste una regola, non esiste un modello, è chiaro se Fazio dovesse avere un buco libero un sabato sera potrei rendermi disponibile, ma deve avvisarmi per tempo :-)

Bene, come capirete sono contento, e intanto sto correggendo un nuovo romanzo, e ho idee, molte idee, devo lavorare in fretta perché il tempo è spietato, unico giudice veramente equo e sopra le parti.

Comunque troverete il romanzo in tutte le librerie bolognesi già da venerdì 5 aprile 2013, e quando dico tutte proprio tutte come al solito.
Lo trovate sul sito della Casa Editrice ed esattamente qui, e spero che lo troverete presto online, perché a causa di un piccolo disguido tecnico esiste ma sotto un altro titolo, ma confido che Minerva come una Dea metterà le cose nel loro giusto ordine.

A presto, poi mi direte cosa ne pensate di Massimiliano Re, a me  è simpatico.

lunedì 1 aprile 2013

In treatment



 Non ho visto la serie americana, sarà che non riesco a prenderli troppo sul serio gli americani, Allen compreso, quando parlano di analisi, sarà per il fatto che in America, l'analisi per un certo periodo era scontata, almeno nelle classi più abbienti, tutti andavano dall'analista, un po' come si va dal dentista.

Oggi ho guardato in sequenza i primi 5 episodi in ordine  cronologico di In Treatment, con l'ultima seduta di Castellitto con il proprio super visore.

A me piace Castellitto, come attore intendo, è convincente, mi piacque molto nel film tratto da un romanzo di sua moglie Non ti muovere, mi è piaciuto anche in altri ruoli, ho un vago ricordo di lui psichiatra nel  Il grande cocomero.

Ha questa faccia sofferta e riesce sempre a calarsi in ruoli realistici, concreti.
Mi piacciono anche gli altri attori del cast dall'affascinante anestesista a Giannini etc.

Mi convince il format, mi convince l'idea.
Prima le sedute dove l'analista appare professionale, vero, gli darei 100 euro anch'io a un tipo così, poi mi spiazza l'ultima seduta con il super visore, bravissima anche l'attrice che l'interpreta, Licia Maglietta,  dove l'analista Mari viene allo scoperto, torna ad essere oggetto del trattamento e fa emergere le sue insicurezze, le sue miserie.

Perché è di questo che si parla, di miserie umane, sensi di colpa, desideri inconfessabili, matrimoni esauriti, nevrosi suicide e cosucce così, cose di tutti i giorni, attraverso le quali tutti siamo destinati a passare se siamo esseri più o meno umani.

Attendo le altre puntate spero che la serie regga fino alla fine del trattamento e mi curo un pochino anch'io nelle nevrosi dei protagonisti, chissà che alla fine non diventi più buono.

Su Sky.