martedì 23 ottobre 2012

Adéu, romanzo techno




Ho appena terminato Adéu del conterraneo Vasco Rialzo pseudonimo del bolognesissimo Emanuele Cimatti.
Mi sono divertito molto e forse è una delle cose che cerco maggiormente in un romanzo, il divertimento, inteso non solo come la ricerca di motivi per sorridere, ma immersione in una storia con il desiderio di capire dove l'autore vuole andare a parare o ancora meglio il divertimento di immergersi nel mondo che l'autore inventa intorno ai personaggi.
Attenzione io mi sono divertito molto anche quando ho letto American Psicho sotto gli occhi preoccupati di mia moglie e quindi non faccio testo.
Poi cosa mai vorrà dire non faccio testo? Nel senso che non sono in grado di fare nessun testo?
Perdonate il giochino linguistico ma una delle cose più esilaranti del romanzo, per me, sono le considerazioni del protagonista, un insopportabile e simpaticissimo Olindo, dj techno, che dopo avere sfornato un proverbio rimane lì a rimuginare intorno all'insensatezza della cosiddetta saggezza popolare.
Il romanzo ha un ritmo che non sono riuscito ad avvicinare a nessun modello, ma  non conosco tutta la letteratura e non riesco a capire se lo scrittore ha un qualsiasi modello a cui ispirarsi.
Inizialmente mi è tornato alla memoria il Giovane Holden e il suo linguaggio fuori da qualsiasi rotta, ma in Adéu c'è altro.
La punteggiatura, è un'altra novità, l'utilizzo del punto  immediatamente eliminato mentalmente durante la lettura, non interrompe il flusso dell'azione, ma crea un ritmo che non so se sia techno, io manco la conosco quella sorta di delirio musicale, però funziona.
A proposito del linguaggio, è esplicito, volgare, provocatorio, totale, ma alla fine deve essere tale, mi ha permesso di sintonizzarmi con il personaggio per le strade di Barcellona, mangiando tapas fino a farsi scoppiare il fegato e bevendo vino tinto fino a svenire.
Un' orgia dei sensi, un gioco di ruolo dove per il tempo di un romanzo rinnego tutti i valori che hanno fatto di me un così bravo omarino per trasformarmi in un ingordo quarantenne bolognese che riesce a fare sesso con due splendide cubiste spagnole in maniera anche abbastanza realistica.

E' un capolavoro? Non credo, ma funziona, mi ha divertito assai e mi piacerebbe ritrovare Olindo in qualche nuova avventura, senza morti e feriti come nelle mie, ma indigestioni e sesso a volontà.

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