domenica 18 marzo 2012

l'articolo 18









Andiamo con ordine amici o semplici viaggiatori della rete:
Intanto cosa dice l'articolo 18? Sotto potete leggere una sorta di sintesi rubata in un altro sito e se cliccate qui potete leggerlo nella sua interezza.

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300) afferma che il licenziamento è valido solo se avviene per giusta causa o giustificato motivo.







In assenza di questi presupposti, il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro. La reintegrazione deve avvenire riammettendo il dipendente nel medesimo posto che occupava prima del licenziamento, salva la possibilità di procedere al trasferimento in un secondo momento, se ricorrono apprezzabili esigenze tecnico-organizzative o in caso di soppressione dell’unità produttiva cui era addetto il lavoratore licenziato. In alternativa, il dipendente può accettare un'indennità pari a 15 mensilità dell'ultimo stipendio, o un'indennità crescente con l'anzianità di servizio.
Il lavoratore può presentare ricorso d'urgenza e ottenere la sospensione del provvedimento del datore fino alla conclusione del procedimento.
Lo Statuto dei Lavoratori si applica solo alle aziende con almeno 15 dipendenti.







Ciò premesso e sposando le parole della Camusso, che non è il segretario del mio sindacato, perché allargare la possibilità di licenziare in un paese dove si licenzia quotidianamente, si va in cassa integrazione allegramente e le prospettive sono lontanissime da una ripresa?
A chi interessa eliminare uno dei pilastri del nostro stato sociale?
A noi lavoratori?
Ai cassa integrati?
Ai lavoratori in mobilità?
Ai giovani che un lavoro nemmeno ce l'hanno?

Una risposta di destra, sinistra, sopra, sotto, sarebbe gradita.







4 commenti:

vincenzo fano ha detto...

Bisognerebbe capire se è vero che molte aziende con più di 15 dipendenti non assumono a tempo indeterminato perché la giurisprudenza legata all'art 18 rende quasi impossibile licenziarsi, se sono assenteisti, se lavorano male, se l'azienda è in crisi ecc. Se così fosse, non tanto l'eliminazione dell'Art 18, quanto una sua riformulazione più debole, che consenta di assumere a tempo indeterminato in modo non eccessivamente vincolante potrebbe favorire i milioni di partite iva di 30 anni e i giovani in generale, che al 30% sono senza lavoro

Nadia ha detto...

Se la situazione non fosse tragica ci sarebbe da ridere! Ho ancora solo 2 anni di lavoro poi finalmente, nuove normative emesse ed emittende permettendo, me ne andrò in pensione con i mitici 40 anni di anzianità, sempre sperando che non aboliscano l'articolo 18 e che per risparmiare i miei datori di lavoro non mi licenzino per assumere un'apprendista!
ma ultimamente non c'era un Presidente del Consiglio che diceva che eravamo in piena crescita? azz.... devo aver capito male!
Nadia

www.massimofagnoni.com ha detto...

io se ho capito bene andrò in pensione a 66/67 anni con 45 anni di anzianità, forse mi sbaglio, ma se fosse vero immagina centinaia di agenti con il bastone per aiutarsi nella deambulazione sguinzagliati per Bologna, età media ad oggi 48 anni

www.massimofagnoni.com ha detto...

voglio sperare che sia così, certo non sempre il sindacalismo sfrenato ha favorito lo sviluppo del paese, ma dovrebbero essere i nostri politici/tecnici a spiegarci come stanno le cose, a proposito, ciao Enzo, un piacere leggerti, ci vorrebbero più filosofi al governo.