domenica 31 luglio 2011

le poste kafkiane












Entro in un ufficio postale, purtroppo a volte mi capita, non si può pagare tutto on line, o dal tabaccaio o in banca, a volte mi capita di dovere entrare per pagare un qualsiasi bollettino in Posta.
Ci sono due solerti impiegate che ce la mettono tutta, ma la volontà non è sempre sufficiente.
Davanti a loro ci sono due belle ragazze di origine nord africana, sono eleganti, sorridenti e devono fare qualcosa di misterioso e remoto, non pagare semplicemente una bolletta, ma spedire cose o denari lontano, immagino, occupano gli sportelli per circa venti minuti e intanto la fila paziente dietro di me si gonfia.

Un altro cliente, un giovane italiano ottimista subentra alla simpatica cittadina nord africana e vuole sapere se gli conviene aprire un conto in Posta, perché le poste sono anche banche ormai, peccato che funzionino come i treni all'inizio del 900.
La solerte impiegata, che non è una bancaria, cerca di illustrare a sportello le caratteristiche del conto che anche lei non conosce bene e trascorrono in questo modo altri dieci minuti buoni.
Finalmente tocca a me, dopo 30 minuti di fila calda e paziente, si inceppa anche la macchina mangia bollettini e il mio modesto bollettino ne esce alquanto stropicciato, per un attimo penso che potrei anche non pagarlo, magari nessuno se ne accorge.
Finalmente dopo 40 minuti esco nel sole di un sabato mattino di luglio, ma chi se ne frega oggi sono in ferie ...

venerdì 29 luglio 2011

Se il lusso è un diritto la miseria è un dovere?













Sta passando questa estate uno spot pubblicitario divertente e anche intelligentemente provocatorio, avete presente? Il bel Cassel, attore in Italia famoso soprattutto per essere il compagno della più famosa Bellucci, che ti guarda con la faccia da pugile francese e ti mormora che il lusso è un diritto.
Mi guardo intorno e scherzi a parte a Bologna il lusso sale in superficie come il grasso del brodo, lo annusi nei suv neri davanti alle scuole in seconda fila che guai a fargli la multa, lo intravedi nelle vetrine di Galleria Cavour, nelle belle signore sedute a bere un aperitivo nei bar del centro.
Il lusso è ostentato qui come altrove, vero o presunto che sia.
Poi ci siamo noi quelli normali che fanno fatica ad arrivare al mese successivo e un nuovo passaporola che anche i sindacati stanno facendo proprio, la miseria è un dovere.
Non ci sono i danari per gli straordinari, gli aumenti saranno congelati fino al 2014 e forse anche dopo, la pensione rimandata in data da definirsi.
Tu provi ad aprire la bocca e cerchi di indicare quelli che ostentano auto che costano come il tuo mutuo, ma la società fa spallucce:
Non c'è più denaro, ora ti tocca diventare ancora più povero.
Quindi il quesito che pongo a voi è questo e neanche tanto retorico:
La miseria è un dovere?

martedì 26 luglio 2011

libero arbitrio

Leggo dall'editoriale di Repubblica del 26 luglio 2011 il sempre lucido Michele Serra scrivere del labile confine che intercorre fra terrorismo criminale e malattia mentale, e chiaramente discrimina il comportamento del terrorista norvegese asserendo che non è sensato farlo rientrare nella categoria dei malati di mente perché in questo caso come definire tutti quelli prima di lui che hanno compiuto gesti altrettanto efferati?
E' una riflessione che in passato spesso mi è capitato di fare, quando riflettevo sul terrorismo, sulle Brigate Rosse, più ancora che sul terrorismo stragista rispetto al quale ho sempre pensato a una matrice legata a trame più o meno nere.
Non sono ancora arrivato a una conclusione.
Dove finisce l'ideologia e inizia la follia?
Allo stesso modo la strage norvegese mi ricorda altri eccidi simili anche se più piccoli numericamente come la strage scolastica del liceo Columbine in America.
In quel caso cosa abbiamo davanti, non potendo parlare di terrorismo,  dei pazzi o semplicemente dei criminali? Eppure anche dietro a quella strage di studenti c'era una pianificazione, una premeditazione.
Cosa scatena la bestia dentro di noi trasformando gli individui in spietati assassini?
Qualsiasi considerazione o qualsiasi condanna non risolverà questi dubbi, e rimanendo al di sopra del dibattito sulla giusta pena da determinare per l'ennesimo mostro, rimane in me il dubbio.
Perché?

mercoledì 20 luglio 2011

Grazie Sindaco Renzi


Sono per strada, sto andando al lavoro, e lo ammetto non ne ho voglia, voi si? Beati voi.
La settimana scorsa ho rischiato di farmi pestare per ricondurre alla ragione un cittadino senegalese fuori di testa, eravamo in sei vicini a lui per convincerlo con le buone a salire sull'ambulanza.
E' andata bene , nessuno si è fatto male e nessuno dei miei colleghi si è tirato indietro, nessuno ci ha pensato, ma tutti avevamo paura del senegalese fuori di testa.
Si chiama senso del dovere, spirito di servizio, o come volete definirla voi.
Quanti episodi potrei raccontarvi per cercare di spiegare a voi cosa significa essere lavoratori onesti che non rubano un salario, ma stanno sorreggendo questo miserabile paese e i suoi politici? Tanti.
Il mio problema è che se parlo io che sono solo un umile pulismano bolognese mi leggono in dieci, se un sindaco apparentemente di sinistra invece decide di fare una bella sparata contro i "fannulloni" della pubblica amministrazione subito scattano gli applausi.
Cosa cercava Renzi pubblico consenso? Non ne ho idea.
Io vado al lavoro, la rata del mutuo in aumento, le spese in aumento, ma lo stipendio congelato, gli straordinari congelati, le progressioni? Congelate.
Ci mancava solo il sindaco brunettiano per farmi girare le palle in questa bella giornata di luglio e allora che dire:
GRAZIE SINDACO RENZI!

martedì 19 luglio 2011

un successo inaspettato













Lunedì 18 luglio 2011, un ora e mezza da casa mia a Monghidoro, un viaggio.
Appena scesi dall'auto ci siamo resi conto di essere in alto, 840 metri freschi che mi sono pentito di non avere ai piedi un bel paio di Clark che peraltro non indosso più da almeno venticinque anni.
Siamo arrivati alle 20 e trenta e ho conosciuto la persona che mi avrebbe intervitato , niente di meno che Fazio ... non quello di Rai tre ... meglio, un giovane consigliere comunale Lorenzo Fazio che si è letto il mio romanzo, ha consultato il mio blog ed era molto preparato.
La piazzetta Leone X alle nove meno cinque era deserta e già pregustavo una presentazione disertata e a buon diritto c'erano non più di diciotto gradi e la gente girava con i piumini come in alta montagna.
Poi ... il miracolo. La piazza si è riempita, uomini, donne, giovani e anche un paio di cani.
Fazio è stato bravissimo, conosceva la mia biografia meglio di me, Marco Piovella era in gran forma anche se mentre leggeva i brani gli battevano i denti e la gente applaudiva alla fine della lettura.
Un bolognese doc mi ha anche chiesto se davvero penso che Bologna sia nella morsa del degrado.
Alla fine tutti a mangiare il pesce alla Petroniana che pazientemente ci ha accolti fuori tempo massimo.
Una serata riuscita, un vero successo e bello perché inaspettato.
Bravo Fazio chissà che non ci si incontri un giorno su Rai  ... 3.


sabato 16 luglio 2011

il mistero dei numeri primi











Ieri sera ho cercato di guardare il film La solitudine dei numeri primi tratto dall'omonimo romanzo vincitore di uno Strega e di un Campiello.
Romanzo efficace, opera prima di un giovane, Paolo Giordano.
I due protagonisti perfetti nelle loro solitudini deviate e contorte si sfiorano e s'incontrano in una realtà parallela ostile e spietata che a sua volta appare come distorta e malvagia.

Il libro ha avuto un enorme successo,  è piaciuto anche ai miei amici e a chi mi sta vicino e mi sopporta.
Devo essere sincero ho letto solo i primi due capitoli prima di decidere  che potevo leggere altro.

Ieri sera ho cercato di affrontare il film che utilizzando una tecnica un pò confusiva, anche se originale, si muove fra balzi cronologici avanti e indietro nel tessuto della trama reggendo solo a tratti e grazie ai due bravi protagonisti.
La parte che prediligo è quella dell'esplosione del trauma iniziale, l'incidente sciistico e la scomparsa della gemella ritardata. Nel film la tensione è palpabile, il regista riesce a creare un suggestivo clima di attesa che per me è efficace e angosciante quanto necessario.

Detto ciò, anche nel caso del film ho cambiato canale sulla scena nella quale la protagonista chiede al protagonista di toglierle il tatuaggio della viola che ha sul fianco con un coccio di vetro.
Perché non mi è piaciuto?
Perché non mi ha convinto del tutto?
Mistero.
Il Mistero dei numeri primi.
Forse perché è e rimane un dramma borghese tanto lontano dalla realtà, forse perché per me la narrativa deve toccare altre corde per essere davvero seducente, chi può dirlo, forse per invidia e gelosia? Non lo so dovrei chiederlo al mio psichiatra, ma non ne possiedo uno personale.
Cosa fa di un romanzo come questo un caso letterario,  un milione di copie vendute, diventando un film?
Altromistero.
Si accettano chiarimenti e delucidazioni.

venerdì 15 luglio 2011

editoria: promozione, distribuzione ... dissoluzione


Serata d'estate, grigliata di carne e chiacchiere in libertà nel giardino di casa di un collega.
Il collega mi presenta un suo amico di liceo, e brindando con un bicchiere di Pignoletto scopro che il suo ex compagno di classe lavora per una grande azienda che si occupa di promozione e distribuzione editoriale.

In vino veritas e lui mi racconta la sua verità o la sua opinione. Mi parla di una crisi strutturale dell'editoria italiana causata da troppi emergenti come me, troppi esordienti allo sbaraglio che con i loro risparmi arricchiscono case editrici che pubblicano a pagamento saturando un mercato editoriale che a fatica pubblica i grandi nomi.

Mi confida che oggi si vendono bene solo i libri di ricette di cucina, quelli che compri al supermercato davanti al banco dei salumi o i libri per bambini quelli con i quadretti da colorare.
Io rimango indeciso se ubriacarmi subito o dopo a casa e annuisco come un deficente davanti alla sua disarmante demolizione di sogni di gloria.

E' talmente diretto e tranquillo, come tutti gli uomini d'esperienza che quasi quasi gli credo.
Smaltita la sbornia da sabato sera in campagna mi siedo davanti al mio personal e penso che scrivere è e rimane attività individuale, si scrive per un bisogno, per un piacere, per una ricerca e per tutti i motivi che ognuno può decidere di abbracciare.

Ho in mente un progetto interessante per l'autunno e non rinuncerò perché il mercato è saturo.
Non ho mai pagato per pubblicare nulla tranne la tesi di laurea, per quella ho dovuto pagare il rilegatore.
Sono contro l'editoria a pagamento, ma detto fra noi ... credo che come al solito la causa dei nostri mali non sia da ricercare nei piccoli scrittori ma nella grande editoria, ma forse come al solito le mie sono considerazioni inattuali.

domenica 10 luglio 2011

Saldi di stagione: ultima presentazione per Belva di città


Tutte le cose belle hanno una fine e anche il ciclo di presentazioni del mio ultimo romanzo volge al termine.
Su gentile invito del Comune di Monghidoro potrete assistere alla presentazione di Belva di città

lunedì 18 luglio
ore 21,00
in Piazzetta Leone X
nel cuore di Monghidoro

Non credo ci sarà Gianni Morandi, ma sicuramente ci sarò io, l'autore.
A condurrel'evento il Consigliere Comunale Lorenzo Fazio
e l'amico Marco Piovella che leggerà alcune pagine del romanzo
Vi aspetto.
E' l'ultima presentazione, un peccato non esserci.

giovedì 7 luglio 2011

cavalli selvaggi








Ho appena terminato di leggere Cavalli selvaggi  dello scrittore americano Cormac McCarthy l'ho letto in vacanza in Toscana che bene si adatta a paesaggi western e cavalli in libertà.
E' il primo della trilogia della frontiera e appena tornato a Bologna andrò a recuperare gli altri due nella bella biblioteca di Casalecchio.
Al momento è per me lo scrittore che maggiormente incarna la mia idea di romanzo, lo stile asciutto che solo in parte rimanda al grande Hemingway,  la profonda immersione delle sue storie nella carne e nel sangue dei protagonisti fanno di questo scrittore ciò che mi piacerebbe realizzare nella mia carriera di inventore di novelle.
Non è solo una storia americana, non ci sono solo cavalli e grandi spazi, è un'esperienza diretta, cinematografica, sensoriale e profondamente emozionante.
La vita esce prepotente e reale dalle pagine e questi giovanissimi cowboys diventano piccoli eroi del nulla, eroi nell'arte della sopravvivenza nell' immenso di una natura a tratti ostile a tratti generosa.
Un romanzo che consiglierei a tutti, e che mi fa tornare forte il desiderio di scrivere, non per imitarlo ma per cercare uno stile mio che rispettosamente possa prendere anche il suo come modello.