giovedì 30 giugno 2011

ciao Gabriele












ciao volevo farti i complimenti per il libro belva di citta' mi ha rapito e in 2 giorni finito di leggere. i personaggi e gli avvenimenti sono unicamente frutto della fantasia, per me sembra una storia vera, troppe coincidenze con fatti e luoghi dove sono accadute cose simili .......ciao in bocca al lupo ps:chi ha disegnato la copertina del libro?
Gabriele


Ciao Gabriele sconosciuto.
è un'estate complicata e faticosa e i complimenti aiutano sempre a superarla se possibile in piedi.
Ti ringrazio per la tua e-mail, un solo problema non potevo risponderti perché nella tua e-mail che hai mandfato tramite il blog non c'era il tuo indirizzo quindi ti rispondo pubblicamente che non fa mai male.
Fatti inventati luoghi reali, e vita di strada di quella autentica che ogni giorno non concede sconti.
è uno dei vantaggi di fare il mio mestiere, un bel bagno di realtà quotidiana, e forse è l'unica cosa certa.

la copertina è del grande Claudio Trabucchi, collega, amico e pazzo amante dei fumetti come me.

Ti ricordo che belva di città è solo il primo di una saga di 5 romanzi dedicati a Greco e ai suoi carabinieri atipici.

Il prossimo forse uscirà sempre con Eclissi inverno 2011/2012.

Continua a seguirmi, non ti deluderò.

a proposito tu chi sei?
puoi rispondermi in e-mail ma questa volta lascia l'indirizzo.

ciao massimo

martedì 28 giugno 2011

Quel treno per Yuma



Serata estiva, libera e solitaria, decido di non scrivere, ho appena finito un romanzo e dovrei terminare una serie di racconti ma non mi decido a farlo (non amo i racconti).
In tv c'è quel treno per Yuma, Glenn Ford e un contadino onesto che sa usare la pistola e che ostinatamente lo vuole caricare su quel treno.
Un capolavoro.
C'è quasi tutto in questo piccolo cammeo del western d'annata, anno 1957, io sarei nato due anni dopo.
C'è il coraggio, quello vero, che non ostenta, non urla, non si vende, mi fa venire in mente il coraggio di certi nostri giudici uccisi dalla mafia, di certi poliziotti uccisi per averli difesi.
Non è vero che tutto  è marcio.
Non è vero che adesso è peggio.
La vigliaccheria fa parte del nostro essere uomini.
Il coraggio, il senso del giusto o del dovere capitano ancora, capitano tutti i giorni.
Basta lavorare per strada e lo incontri.
Grande film, ti ordina di non mollare.
Lo consiglierei a tanti.
Regalatevelo in una serata estiva, magari vi ricorderà qualcosa di voi che pensavate di avere perduto.


venerdì 24 giugno 2011

Ciao ... Tenente Colombo



















E' morto Peter Falk.
Era da tempo malato, paradossalmente l'aveva colpito l'Alzheimer, una malattia che aveva poco a che fare con il genio di quel trasandato tenente.
Perché per me Peter Falk era soprattutto il Tenente Colombo.
Una formula intelligente e rivoluzionaria nei gialli televisivi e non, il telefilm iniziava con l'assassino svelato agli spettatori, solitamente un freddo e astuto calcolatore che veniva regolarmente scoperto e inchiodato dallo sdrucito detective.
Colombo era, oltre ad un intelligente poliziotto, anche una sorta di riscatto marxista nel nostro arido quotidiano, perché solitamente con la sua vita approssimativa, una moglie misteriosa a casa, un cane e una povertà congenita, entrava, con il suo spolverino sgualcito, nelle ville dei ricconi e regolarmente riusciva a sbugiardarli, senza CSI, senza tracce ematiche o metodi fantascientifici solo con la logica e la psicologia dettata dal buon senso.
Solo un telefilm che rimane un pezzo di vita per un televisionamane come me.
Peter era morto da tempo, bravo attore, grande amico del più grande Cassavetes, inghiottito  da una brutale malattia. Continuerà a farci compagnia nelle tristi serate estive, quando il palinsesto langue mentre i grandi della televisione sono altrove, lui sarà ancora lì a ripetere all'infinito il gioco del poliziotto buono, intelligente  e scaltro che mangia chili e inchioda i cattivi ricconi di turno.
Una promessa di riscatto sociale, come al solito solo una favola.
Buon riposo Tenente Colombo.

mercoledì 22 giugno 2011

hotel patria di Mario Calabresi

















il 20 giugno sera per caso ho visto l'inizio di Hotel Patria la nuova trasmissione condotta da Mario Calabresi. Non conosco questo giornalista anche se mi ricordo bene di suo padre, della sua storia.
Mi sono sintonizzato su Rai tre mentre andava in onda una bella canzone di Jovanotti tratta dal suo ultimo album che a me piace molto e poi un bel pugno nello stomaco, la testimonianza di una madre che ha perso la figlia e quasi tutta la famiglia a causa dell' amianto in una fabbrica di eternit di Casale Monferrato che ha contato 2000 vittime e 800 persone malate in uno dei processi più affollati della storia dell'amianto nel nostro paese.
La storia di una città sotto l'assedio spietato del terribile materiale che ancora oggi a distanza di 25 anni dalla chiusura della fabbrica continua a mietere vittime.

Ci vuole coraggio a sbattere certe verità in prima serata, ci vuole determinazione e lucidità.
Calabresi non lo conosco, l'ho già detto ma mi è piaciuta l'intervista asciutta alla madre coraggio e quel modo di condurre non retorico o ammiccante ma serio e preciso del giornalista capace.

Mi sbaglierò, ma Calabresi mi piace.
In mezzo a tanti giornalisti spaventosi è bello trovarne uno che non ha dimenticato cosa significa fare informazione.

sabato 18 giugno 2011

Santoro, Bologna, La Fiom














Santoro alla festa per i 110 anni della FIOM

Ne aveva bisogno la FIOM di Santoro, di Benigni, di Travaglio eccetera e eccetera?
Santoro in televisione  ha ricordato al suo pubblico che suo padre era ferroviere.
Mio padre invece era operaio, una vita per la Weber, e non è un caso se ogni tanto la Weber torna nei miei romanzi, chi ha i genitori operai è un pò operaio tutta la vita, soprattutto quando la tua vita è condizionata dal loro stipendio.

Non era facile essere operai negli anni 60/70/80 e non lo è neanche adesso.
Tante volte sono sceso in piazza per loro e con loro, perché scendere in piazza per gli operai era scendere in piazza per i miei stessi interessi e perché allora ci credevo.
Adesso non scendo in piazza, non ne ho voglia e non ci sarei andato a Villa Angeletti per ascoltare i 45 minuti del bravo Travaglio o le solite battute di Benigni su Berlusconi o il breve ma significativo passaggio di Santoro.
L'unico motivo che poteva spingermi ad andare alla festa della FIOM poteva essere il forte legame che sento e che sentirò sempre per quella che un tempo era definita la classe operaia e che adesso forse è in un purgatorio molto lontano dal paradiso del bel film del 72 di Elio Petri con il grandissimo Volonté.

Non potevo esserci ieri sera perché ero ad un'altra festa dell'Unità per un mio romanzo.

Nonostante la mia latitanza, buona festa ai tanti operai che giustamente festeggiano la festa della FIOM.
Ai tempi nei quali mio padre faceva l'operaio, per me esisteva un solo sindacato la Federazione Impiegati Operai Metallurgici della CGIL e nel mio immaginario è ancora così.

giovedì 16 giugno 2011

Crozza e i referendum















Avete visto Ballarò il 14 giugno? Confesso che solitamente ascolto solo Crozza poi cambio canale, ieri sera ho rispettato il programma, ho ascoltato Crozza ho riso molto e l'ho anche invidiato.
Lui prende davvero a sberle i nostri politici, tutti senza eccezione poi torna dietro le quinte.

Ieri sera c'erano  D'Alema e Di Pietro.  Crozza è stato grande, come al solito.
Non credo riuscirei a sopportarlo in un intero spettacolo a teatro ma i cinque minuti di Ballarò sono fondamentali, un blob della satira politica, un bello scapaccione in diretta,  l'intelligenza lucida per dire tutto ciò che noi italiani abbiamo nello stomaco e non possiamo mai dire ai nostri politici.
Per chi non l'ha visto eccolo di seguito:

Il resto della trasmissione non mi interessa, a un certo punto è spuntata anche la Polverini, la faccia pulita del Pdl, e ho cambiato definitivamente canale.

Lei ha detto che la  politica è una cosa bellissima, certo per chi la fa e ci campa alla grande, per noi è bella quanto può esserlo un mal di pancia.

mercoledì 15 giugno 2011

Il caimano di Moretti












Roma è una grande città. ci sono stato in diverse occasioni, mi piace passeggiare per il centro storico, mi sarebbe piaciuto  essere all'Auditorium di Roma per ascoltare Moretti che in maniera profetica si trasforma nel caimano del famoso film.
Moretti fa parte della mia vita come Gaber,  due personaggi che mi hanno accompagnato fin dalla giovinezza.
Il regista ha fatto scelte di campo precise, ha preso una posizione ferma nei confronti dell'attuale regime politico e per molti versi mi sento vicino a lui, alle sue posizioni.
E' necessario parlare, dichiarare il proprio sconcerto di fronte a questa Italia, soprattutto ora che il paese sembra ridestarsi dopo un lungo periodo di letargo.
Ho riascoltato e rivisto l'ultima scena del Caimano e Moretti è talmente calato nel suo ruolo che si trasfigura.
Riesce davvero a compenetrarsi in quel personaggio che comunque rimarrà nella nostra storia politica come una delle tante contraddizioni irrisolte.
Per chi vuole rivedere la scena finale eccola di seguito : ultima scena
Ma la sinistra come ne esce da tutto questo pasticcio?
La sinistra non ha mai abbandonato le aule del potere e  oggi sembra volersi prendere il merito del risultato referendario.
Sbaglia, molti hanno votato sì come il sottoscritto solo per urlare la propria stanchezza di fronte a chi ha abusato fin troppo del proprio potere e per chi come la sinistra ha continuato a permetterglielo.
In questa storia non ci sono vincitori, solo vinti e il dopo Caimano è tutto da inventare.

martedì 14 giugno 2011

Lady Gaga la nuova regina del business



















Mi ricordo la prima volta che vidi Madonna, in un brutto video su Videomusic, avevo 24 anni e pensai che quella pischella avrebbe fatto strada, non mi è mai piaciuta, ho sempre pensato che fosse un bluff ma qualche sogno erotico almeno nel periodo del militare devo averlo fatto su di lei.
E Lady Gaga?
L'ho vista al telegiornale nella sua esibizione gratutita all'EuroPride sul quale mi astengo da qualsiasi commento.
Lei è andata lì per solidarietà ... certo ...
Lei è una guerriera dei diritti civili ... sicuro...
Si muove come uno spot pubblicitario incarnando un'idea plastificata di tragressione che a me fa solo sbadigliare, è meno erotica di un calzino bucato e forse saprà anche cantare ma per il resto che dire, l'ho notata ieri per caso e domani non ne parlerò più.
Lei non lascerà tracce, non segnerà il destino dell'umanità, resterà come una delle tante icone pubblicitarie, prodotto dei nostri tempi malati, costruita a tavolino da un vero e proprio esercito di professionisti.

La cantante può contare su un team di creativi, riuniti nella casa di produzione Haus of Gaga, che studia passo per passo tutte le mosse di marketing che stanno dietro ad ogni apparizione di Gaga: dai costumi, eccentrici, eccessivi e capaci di fare moda, fino alle acconciature e agli accessori.

Chi la utilizza per scopi propagandistici come è avvenuto qualche giorno fa a Roma fa bene, lei attira masse.
Ma passerà come tutte le cose effimere, non credo che fra quarant'anni si sentirà ancora una sua canzone per radio come accade invece con gli immortali Beatles, ma forse, come capita spesso, mi sbaglio ... e chi se ne frega, fra 40 anni non ci sarò per scoprirlo.






lunedì 13 giugno 2011

il mio nome era Dora Suarez



Ho terminato il mio terzo e ultimo libro di Derek Raymond, pseudonimo di Robert William Arthur Cook che a me piace di più ma non importa.
Ho letto la sua autobiografia che mi ha moderatamente entusiasmato.
Mi ha colpito molto la sua analisi del noir e il fatto che l'autore lo colleghi strettamente al tessuto sociale nel quale si sviluppa e  il messaggio politico che emerge dal romanzo di genere.
Meno interessante la sua vita raccontata, la guerra e tutto il resto.
Come ho già scritto non mi è piaciuto per niente Incubo di strada, l'ho trovato stucchevole, ridondante, quasi poetico, e molto poco noir.
Dora Suarez, considerato il suo capolavoro, l'ho trovato interessante, mi sono piaciuti due momenti, la parte iniziale, dove si decrive il luogo del delitto e compare subito l'assassino e la parte finale, dove ( non svelo la trama) riemerge la figura dell'assassino e il confronto con colui che lo sta cacciando.
Interessante il personaggio di Dora Suarez, e la cura con la quale l'autore ha immerso occhi, mani e stomaco nell'orrore.
Detto ciò, non leggerò altri romanzi di questo autore, perché lo trovo lontano anni luce dalla mia idea di noir, e quindi o sono io che ho sbagliato tutto, o intendo questo genere letterario diverso, trovando nei suoi romanzi una sfumatura di nero, ma non la più interessante.
Lui persegue le profondità quelle senza speranza, ci mette l'anima e forse come dice ha rischiato in parte la sanità mentale nel tentativo, ma non mi entra dentro, non come altri autori lontanissimi da lui.
Consiglio questo Dora Suarez se non altro per avere un secondo e terzo parere, ma abbandono Derek ai suoi estimatori e torno a letture più vicine al mio modo di sentire.


domenica 12 giugno 2011

il Papa, i Rom e ... noi











Leggo dalla Stampa il Papa incontra i Rom  mai più vessazioni nei loro confronti.
La Chiesa fa il suo dovere, e come cantava Gaber si rinnova per la nuova società, si rinnova per salvar l'umanità.
Non entro nel merito della sua secolare saggezza ma mi permetto di dire la mia.
Io li conosco i Rom, non tutti, non uno per uno, non ci mangio insieme, ma vi assicuro ne ho conosciuti molti.
Sono entrato di notte nei loro accampamenti prima di una piena per aiutarli a non farsi travolgere dal fiume insieme ad altri come me che erano lì per dovere e non per piacere, li incontro tutti i giorni per le strade di Bologna e ci parlo mentre mi tocca di identificarli , in Piazzola dove è altissimo il numero di borseggi.
Non mi è  mai capitato di sentire uno di loro dire: voglio integrarmi ditemi dove firmare, voglio un appartamento e un lavoro e una scuola per i miei figli.
Forse a Bologna però passano solo i Rom più indipendenti e meno integrati ... forse.

sabato 11 giugno 2011

Aniene Guzzanti



















Ho visto su Sky on demand la prima puntata di Aniene la nuova trasmissione di Corrado Guzzanti.
Si ride poco con Guzzanti , ma del resto chi ha voglia di ridere.
Meglio riflettere con un mezzo sorriso sulle nostre terrene sventure e Guzzanti ci riesce a farti riflettere con la leggerezza che lo contraddistingue dietro la quale si cela grande professionalità e un' impareggiabile arte del travestimento.
Guardando Guzzanti mi torna alla memoria  il mitico Noschese.
Travestirsi, diventare un altro, calarsi in un personaggio fino a farti dimenticare chi lo sta interpretando, è arte difficile sia da realizzare che da coltivare.
Guzzanti ci riesce magistralmente ed ecco che dietro i microfoni della scena internazionale compare un ministro Frattini che non comprendendo l'inglese dei suoi interlocutori continua a rispondere yes a tutte le accuse dei giornalisti  stranieri rivolte al governo italiano, fino a quando questi accorgendosi della sua ignoranza linguistica cominciano a  prenderlo in giro.
Quel personaggio è davvero significativo. 
In Europa ci vedono davvero così: ignoranti, sottomessi ad un regime politico dispotico e corrotto, ridicoli con i nostri limiti oggettivi e  hanno ragione.
I personaggi sono tanti, tutti interessanti: il Papa che per disperazione si rivolge agli Dei, una Loggia massonica in disarmo, la festa per i 150 anni della mafia, etc.
Unica spalla di Guzzanti il fedele Marzocca  bravo  gregario.
In conclusione, identico commento riservato precedentemente alla sorella.
Per fortuna in Italia ci sono i Guzzanti, non saranno indispensabili ma almeno ci aiutano a sorridere delle nostre insormontabili disgrazie.

giovedì 9 giugno 2011

quando una recensione è sincera



Ricevo questa e-mail da un collega e amico e pubblico perché la pubblicità è l'anima del commercio e i complimenti sinceri non vanno sprecati:

 Massimo,

E' passato circa un anno da che ti chiesi dove poter acquistare i Tuoi libri. Da quel dì sono rimasti ad impolverarsi sul comodino della mia camera da letto, sovrastati da "è facile smettere di fumare se sai come farlo".
Ieri casualmente, ho iniziato a leggere "La ragazza del fiume". Ti premetto che mi piace molto leggere ma per pigrizia, celata dalla mancanza di tempo, era parecchio tempo che non affrontavo un libro. L'unica cosa che avevo percepito dei Tuoi romanzi erano i brani letti alle presentazioni alle quali ho assistito, narrati da un improbabile Carlo Del Percio e da un professionista come Andrea Piselli.
Leggendo la tua prima opera, mi sono immerso in luoghi che conosco bene, da Te descritti magistralmente e sono stato assorbito dall'avvincente fluidità delle tue parole scritte.
Insomma in circa due ore ho spazzolato "la ragazza del fiume" per poi dedicarmi fino alla mezzanotte di ieri a "Belva di Città" tutto di un fiato..
Oggi si riparte con "Bologna all'inferno" e se l'effetto è quello prodotto dagli altri due libri non credo che mi alzerò dal divano se non per urgenti ed iprocrastinabili esigenze fisiche.
Dato però che questo è l'ultimo che mi rimane da leggere... vedi di sbrigarti con il prossimo lavoro..

Max.. complimenti sinceri. Sono contento di averti conosciuto un pò più da vicino rispetto ai furtivi ciao mentre piantonavamo qualche imbecille in attesa dell'AFIS

Claudio, un tuo Collega della Municipale

mercoledì 8 giugno 2011

presentazione festa dell'unità villa torchi



















Penultima presentazione di Belva di città, credo e spero.
Sono parecchi mesi che porto in giro la creatura ed è giusto che ogni cosa finisca.

In teoria dovrei presentare il mio ultimo romanzo anche il prossimo mese, ma come mi ricorda saggiamente un collega dell'infortunistica, se ci arrivo al prossimo mese.


In conclusione se non avete mai assistito ad una presentazione del bravo Piselli criminologo e collega, e se vi piace la buona cucina non potete perdervi questo appuntameto, le coordinate le trovate sulla locandina all'inizio del post.
Per gli altri ... buona estate


lunedì 6 giugno 2011

Vilipendio Guzzanti















Domenica pomeriggio, reduce da un periodo pesante mi rilasso davanti a Comedy Center e mi lascio prendere dallo spettacolo della Guzzanti: Vilipendio.
Premessa la Guzzanti non mi fa ridere, mai accaduto, a differenza del fratello che trovo a tratti irresistibile.
Non condivido neppure la sua risolutezza, la determinazione e tutte le sue idee, ho molti più dubbi di lei sul mondo, la realtà, il cosiddetto sistema.
Quando attacca Pasolini con la famosa citazione sui poliziotti proletari di Valle Giulia dicendo che era meglio essere studenti che poliziotti, come se fosse a volte possibile operare una scelta, davvero la ritrovo ad anni luce.
Però e c'è un però ... averne di Sabina Guzzanti nel nostro povero paesello, con la sua forza, il coraggio delle idee, la sua capacità di trasmetterle, e l'intelligenza lucida, tagliente come un coltello.
Lei affonda dove fa più male e non risparmia nessuno né destra, né sinistra.
Anche se non condivido molte delle cose che pensa, è importante che ci siano intellettuali come lei, con quella energia pulita e lo sguardo fiero e allucinato di chi crede di avere ragione.
Brava, come un Don Chisciotte al femminile, spero riuscirà ad abbatterne almeno uno dei nostri mostruosi mulini a vento, o almeno che non le impediscano mai di parlare.
Democrazia è ammettere nella diversità il pensiero dell'altro, o almeno credo.

giovedì 2 giugno 2011

Dexter fine stagione ... una sottile malinconia mi coglie di sorpresa



















E' terminata da poco la quinta stagione di Dexter con il bravo   Michael C. Hall    a interpretare il ruolo di uno psicotico tecnico della scientifica di Miami con la passione per i serial Killer.
Seguo la serie dal suo esordio su FX piattaforma sky.
E' la mia fiction preferita, perché?
Tanti motivi, il ritmo, l'idea, i personaggi e soprattutto lui, tanto cattivo quanto giusto.
Una sorta di idealizzazione dell'eroe negativo.
Un inno al'individualità, per me  stile di vita, nonostante tutto.
Anch'io spesso mi sento solo, quando scrivo, quando corro e quando rifletto sul mondo con pensieri che difficilmente potrei condividere.
Dexter è  l' esplicitazione dei pensieri oscuri,  un'uscita dallo specchio della nostra coscienza farcita  di luoghi comuni, buonismo, ipocrisia.
Mi piace, è terapeutico,  difficilmente uccide per sbaglio e le sue vittime sono i carnefici che solitamente rimangono impuniti nella realtà.
Nel frattempo l'attore si è ammalato di cancro.
Spero vinca questa battaglia.
A volte la realtà irrompe brutalmente nella nostra vita entra nei nostri passatempi preferiti, scombina le carte in tavola,in questo caso trasforma l'invulnerabile Dexter Morgan in un normale essere umano.
In bocca al lupo Dexter/Michael, stupiscici,  come saprebbe fare il tuo alter ego.
Intanto io rimango in attesa della sesta serie che mi accompagna nei gelidi inverni della bassa.