domenica 3 aprile 2011

Zelig è finito e per la prima volta ho pensato che era ora ... come mai?













"E sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al Re fa male al ricco e al Cardinale diventan tristi se noi piangiam ...".
Zelig ha concluso il suo ciclo invernale, 12 puntate ricche e lunghe.
Mi fa compagnia da diversi annetti ormai. Bisio è per me come il cugino poco più grande, quello affascinante, di sinistra, che lavora per una rete berlusconiana ma  non ha perso la sua identità, e guadagna un sacco di soldi.
Zelig accompagna i miei inverni televisivi, solitamente lo registro e me lo guardo con comodo tagliando le pubblicità e i pezzi che non mi piacciono.
Quest'anno, per la prima volta, mi sono ritrovato a tagliare più del solito, i balletti, alcune scenette della brava Cortellesi nei panni del Sindaco di Milano, il nano con megafono, le richieste di fondi di solidarietà,gli interventi del maniaco telefonico, i pezzi cantati in duetto, il mimo muto, e altro che ora non ricordo.
Mi sono ritrovato annoiato a tratti, a tratti distratto.
La Cortellesi, brava professionista dello spettacolo,  è stata la conduttrice meno efficace di Zelig, molto meglio, la precedente Incontrada, più in carne, più approssimativa ma anche molto più simpatica e adatta al ruolo di spalla del mattatore Bisio.
Poi ho trovato tiepidi alcuni personaggi storici come Ficarra e Picone impantanati nella satira al Premier che ormai è terreno sfruttato e noioso.
Carine e fresche le apparizioni del duo doppio senso e il duo Idea.
Grande Giacobazzi anche se nelle ultime due puntate era in tono minore e Giole Dix.
Ma nel complesso ho come la percezione di un calo di grinta, troppi intermezzi pubblicitari e poca originalità.
Mi sbaglio?
Spero.
Cala il sipario su Zelig e se la Cortellesi risulterà poco efficace alla produzione troverà altri lidi dove esprimere al meglio la sua bravura e si consolerà con il compenso che dicono sia molto generoso.
Fare ridere è mestiere difficile, soprattutto di questi tempi, pazienza adesso è tempo di spegnere le televisoni e uscire nel mondo, finalmente è arrivata la primavera.

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