mercoledì 16 marzo 2011

Il nastro bianco

Vi consiglio questo piccolo capolavoro in bianco e nero. Un bianco e nero tanto gelido e tagliente da entrarti dentro e rimanerci quasi conficcato.
Al di là dei premi il nastro bianco è una metafora, di cosa? La nascita del nazismo? La genesi del male?
L'inutilità della punizione come metodo educativo?
L'impossibilità di essere normali in una società imperniata sul'imposizione di regole non condivise?
Fate voi a me piacerebbe anche solo un giudizio da parte vostra, un parere, una recensione.
Domani si festeggiano i nostri prima 150 anni di cosa?
Siamo un paese, una nazione, un'unica bandiera, ma spero che ci sia qualcosa di più che un semplice anniversario, mi piacerebbe dirvi che io sento il paese unito, determinato verso un unico obiettivo, saldo su principi condivisi.
Ma come ci insegna questo piccolo capolavoro, grandi nazioni nascono dal delirio psicotico di giovani virgulti repressi che scelgono la strada della dittatura e della violenza e possono imporre per anni la follia, altre nazioni invece nascono con pressupposti diversi e tuttora crescono e vanno alla grande come la Svizzera  ad esempio.
Al nostro giovane paese incuneato nel cuore del Mediterraneo cosa manca per essere davvero un'unica nazione?
Perché ammettiamolo senza paura di fare autocritica, siamo ancora lontani dalla vera unità, o no?

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