venerdì 18 marzo 2011

I miei primi centociquant'anni (150)

Ieri ho festeggiato il compleanno del mio paese come piace a me festeggiare, chiuso in casa a riposarmi, con le persone che voglio vicino nel mio tempo, non sono uscito non ho partecipato ad una delle numerose, festose e colorate manifestazioni di giubilo per i 150 anni della nostra nazione.
Noi italiani non siamo nazionalisti, mai stati, a volte ce l'hanno imposto l'amor di patria, a volte lo sappiamo dimostrare ma a differenza di altri, gli americani per esempio, noi siamo più individualisti e legati al territorio nel quale siamo cresciuti, nelle regioni di appartenenza, e a volte anche all'interno della stessa regione ci teniamo a ricordare a tutti gli altri che noi siamo bolognesi e non modenesi, emiliani e non romagnoli, foggiani e non baresi, juventini e non torinesi  e potrei andare di seguito citando le differenze che noi stessi vogliamo continuamente sottolineare, siamo una cosa sola solo e soprattutto durante i mondiali di calcio e lo sappiamo.
Poi ieri mi è capitato di vedere il collage di video raccolti e selezionati da sky per festeggiare l'Italia.
44 minuti circa di clip inviate da singoli o associazioni.
Un lavoro di selezione delle migliori fra decine forse centinaia di video inviati.
Mi sono commosso, a tratti, pur sapendo che anche quei video saranno stati selezionati in base a criteri non verificabili, ma alcuni erano proprio belli.
C'era l'Italia di quelli che come  me e te tutte le mattine si alzano e vanno allo sgobbo volenti o nolenti.
C'era l'Italia di quelli che dicono che come da noi non si mangia da nessuna parte e intanto masticano un cheeseburger in un fast food, c'era l'Italia  dei tramonti e delle albe fredde e colorate, l'Italia delle frecce tricolori, dei matrimoni di chi ancora ci crede nel futuro, delle feste di piazza tutte diverse ognuna con i propri riti.
In quel video, in quel collage io mi sono riconosciuto nonostante la retorica, e in certi casi , il buonismo a tutti i costi.
L'Italia siamo noi, quelli lì che lavorano, che non sanno come andrà a finire l'anno, il mese, la settimana, quelli che non hanno voglia di sgobbare fino a 65 anni ma lo faranno lo stesso per i figli, per pagare il mutuo, quelli che non vedranno un aumento di stipendio fino al 2013, senza nessuna speranza di riscatto, senza via di fuga, l'Italia di quelli che le tasse devono pagarle per forza e che non fanno più figli perché non saprebbero come farli crescere.
Noi siamo l'Italia, quell' Italia lì nuda e cruda con la Libia alle porte e nessuna certezza.
Quindi auguri a noi, a quelli che davvero il paese lo mandano avanti tutti i santi giorni a testa bassa ma mai sottomessi, mai completamente sconfitti.

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