mercoledì 9 febbraio 2011

Quando ci scappa il morto

Che spettacolo d'ipocrisia il nostro paese, ci accorgiamo dei campi rom solo quando ci scappa il morto e questa volta sono morti quattro minori.
Ne parlo con il collega Belli uno che conosce i campi rom abusivi, lui ci entra spesso quando lo sgombero è necessario.
Adesso attaccano Alemanno, ancora una volta non si vuole risolvere un problema ma usarlo, strumentalizzare il dramma per fini politici.
Belli scuote la testa e ricorda di quando il sindaco di Bologna si chiamava Cofferati, ribattezzato dalla sinistra radicale lo Sceriffo.
Cofferati aveva capito che non c'era ipocrisia possibile, che non c'erano i se o i ma, i campi rom abusivi andavano smantellati, senza perdere tempo. Lui attuò un piano che non era di sinistra o di destra ma semplicemente necessario, e nonostante la burocrazia, l'ipocrisia, e l'ostruzionismo demagogico e populista lui  contribuì a cancellare luoghi dove la civiltà non poteva entrare.
Certo Bologna non è Roma, ma io non me la sento di criminalizzare un sindaco, e  ne faccio un problema politico etico, di civiltà e di giustizia.
I campi abusivi sono un segno d'inciviltà, vanno semplicemente chiusi, chiedete a Cofferati lui se ne ha voglia vi racconterà come è andata a Bologna.
I responsabili della morte dei quattro minori vanno indagati e sono i genitori i primi responsabili della vita dei loro figli, in una società dove a pari diritti corrispondono pari doveri.
Un'ultima nota, la madre dei poveri bambini ha detto oggi in un'intervista che le hanno promesso una casa.
Perfetto, ma a quale titolo?
Niente ipocrisie e regole chiare signori o finisce tutto male, come al solito.

Nessun commento: