domenica 23 gennaio 2011

Apologia di Socrate e apoteosi di Berlusconi

 Per motivi familiari ho dovuto riprendere in mano la splendida  apologia di Socrate scritta da Platone in difesa del settantenne filosofo.
l'ho riletta a distanza di tanti, troppi anni perché legata  ai tempi scanditi dagli studi filosofici che ormai sono solo un dolce ricordo.
Ho trovato alcune affinità fra la difesa di uno dei padri della filosofia e la nostra attuale concezione di etica e morale e inauguro oggi le mie considerazioni inattuali con la sorpresa di scoprire che anche Socrate fu accusato di corrompere i giovani con le sue idee, troppo rivoluzionarie e di seguire falsi dei.
La sua difesa davanti ai suoi accusatori rimane un esempio di rettitudine e di coerenza, prima smontò le accuse più antiche e poi affrontò quelle più recenti relative alla corruzione dei giovani, e in prima battuta venne condannato con solo 30 voti di scarto e dinanzi alla proposta dei suoi amici di fuggire per salvarsi da tutte le accuse rispose:

<< Non voglio scappare, non bisogna mai commettere un'ingiustizia nemmeno quando la si riceve>>

Per farla breve, a seguire rifiutò il carcere o in alternativa l'esilio facendo molto arrabbiare chi lo doveva giudicare proponendo come pena di essere eletto e mantenuto a spese dello stato nel pritanèo, onore concesso alle personalità più illustri di Atene.

Evitò di fuggire, accettò la condanna a morte tramite la famosa cicuta, smantellò le accuse con la forza della sua potente dialettica, invitando gli accusatori al confronto che peraltro venne rifiutato, non scelse l'esilio o la fuga perché comunque dichiarò il suo profondo amore per Atene la sua patria.

Un uomo dello Stato, coerente, saggio, considerato da molti il primo martire del pensiero occidentale, di lui si parla ancora, lo si studia, ed è necessario superare una verifica al liceo per sperare di non essere rimandati a settembre in filosofia.

Dall'altra parte mi è apparso Berlusconi che è stato accusato da molti dati oggettivi ( così ci raccontano le fonti d'informazione, quelle ancora libere) di avere a sua volta pagato giovani donne ed in un certo senso a sua volta di credere in Dei molto particolari, il potere a tutti i costi, il denaro, e come ha dichiarato Fini nel diritto all'impunità, costi quel che costi.

Ce la farà a sfangarla anche questa volta?

Per me è poco importante, oggi a distanza di trent'anni ho dovuto rileggere l'Apologia di Socrate che consiglio a tutti voi e mi sono nuovamente commosso  e fra trent'anni qualche altro genitore la leggerà su carta o in un computer poco importa per spiegarla al proprio figlio, ma sono altrettanto convinto che fra trent'anni sui libri di storia non ci sarà che un piccolo trafiletto per ricordare Berlusconi, un dato statistico per sottolinerae uno dei periodi più tristi della nostra storia economica e nonostante il suo impegno in tal senso non sarà ricordato come responsabile delle nostre disgrazie, perché i primi responsabili signori siamo purtroppo sempre noi.

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